La versione Closed Back delle famosissime Sundara di casa HifiMan si presenta con archetto regolabile con cinghia, dei bellissimi padiglioni in legno di faggio e delle novità importanti per i cuffiofili: la tecnologia Stealth Magnet implementata in tempi recenti in un gran numero di modelli della ditta e il NEO supernano diaphragm, entrambe in dotazione nel nuovo modello relativamente economico della ditta. Parliamo di cuffie chiuse, pertanto le differenze con le classiche Sundara aperte sono notevoli, sebbene l’orecchio allenato potrà comunque ravvisare una certa parentela.
La succitata tecnologia Stealth Magnets è stata realizzata per ridurre le possibili interferenze tra onde con una nuova architettura dei magneti al fine di ricreare un suono ancora più accurato e fedele mentre il NEO Supernano Diaphragm o NsD, altra tecnologia proprietaria di Hifiman, è un nuovo diaframma del 75 per cento più sottile rispetto ai precedenti, che migliora ulteriormente il livello di dettaglio della riproduzione.
Presentazione
Procediamo con ordine. Anzitutto le Closed Back hanno una risposta in frequenza dichiarata di 6Hz-50kHz, un’impedenza di 20 ohm, 98dB di sensibilità e un peso di 432 grammi.
È bene ricordare sin da subito che le cuffie chiuse per loro natura tendono a essere meno ariose di quelle aperte, permettendo un isolamento che da un lato impedisce di interagire agevolmente con le persone attorno, dall’altro permette di ascoltare musica alla grande anche in ambienti rumorosi, come coworking, luoghi di lavoro affollati di altro tipo, soggiorni con bambini, camere condivise con altri studenti universitari e chi più ne ha più ne metta.
L’arrivo sul mercato delle Closed Back ha suscitato molta curiosità negli appassionati poiché sono presentate come una variante delle Sundara, vendutissime e apprezzatissime cuffie economiche di HifiMan, con le quali tuttavia, come accennato, le differenze sono davvero notevoli, non solo costitutivamente per la progettazione con padiglioni chiusi, ma anche per l’utilizzo degli Stealth Magnets, ancora non implementati sulle Sundara standard.
Come per le Sundara classiche si raccomanda un lungo periodo di rodaggio, di centocinquanta ore o anche più, e possiamo confermarvi che il rodaggio consigliato dalla casa madre è necessario per tirare fuori il meglio dalle Closed Back. Importante notare, inoltre, che sono cuffie relativamente efficienti, che potrebbero anche prestarsi a un ascolto tramite dispositivi mobile, sebbene sia caldamente raccomandato abbinarle a un degno DAC/ampli per cuffie, optando magari per un modello portatile se le si vogliono adoperare fuori di casa, sebbene si tratti, come è evidente, di cuffie pensate per l’ascolto da scrivania o poltrona.
Per quanto riguarda l’isolamento dal mondo esterno, le Closed Back permettono un isolamento pressoché totale, e le cup in faggio schermano piuttosto bene anche coloro che sono vicini all’ascoltatore, permettendo a quest’ultimo di ascoltare musica a livelli considerevoli senza disturbare troppo chi gli sta vicino.
Dotazione e comfort
Lo scatolo delle Closed Back include manuale utente, cuffie, cavo da 1,5 metri con jack da 3.5mm e adattatore da 6.35mm. Il cavo è di buona qualità, ma per chi volesse più filo dovrà provvedere da solo a un cavo di collegamento più lungo. Sulla durabilità delle cuffie della ditta, possedendone svariati modelli da lungo tempo ci sentiamo di metterci la mano sul fuoco: la qualità costruttiva non si discute.
Dal punto di vista del comfort, premettendo che il modello è inevitabilmente pesante per via della tecnologia magnetoplanare e dei padiglioni chiusi con coppe in legno, va dato merito a HifiMan di aver progettato il modello in modo da bilanciare molto bene il peso sulla testa; inoltre la parte interna dei padiglioni è morbidissima. Il tutto, legato a un clamping medio, a una pressione sulle orecchie non troppo accentuata ma sufficiente a tenere sempre i padiglioni ben posizionati, fa sì che queste cuffie importanti risultino comunque piacevoli addosso.
Come suonano le Sundara Closed Back
Veniamo alla fatidica domanda relativa alla qualità della riproduzione sonora. Cominciamo dai bassi: non aspettavi di sentirli picchiare duro, poiché le Closed Back non hanno bassi roboanti, e questo potrà portare qualche appassionato che desideri più impatto su quel fronte ad abbinarle a un ampli/DAC che li enfatizzi o a giocare un po’ di equalizzatore. Per quanto concerne il dettaglio e la chiarezza di bassi e mediobassi, tuttavia, le Closed Back lavorano benissimo in relazione al punto di prezzo nel quale sono posizionate, restituendo dettagli molto apprezzabili su queste frequenze e la giusta presenza e il giusto quantitativo di bassi.
I medi suonano particolarmente limpidi e dettagliati, con buona separazione degli strumenti, spaziosità sonora e buon posizionamento degli strumenti sullo stage.
Gli alti similmente si presentano ben definiti e ben posizionati, uniformandosi al resto della resa sonore sulle altre frequenze in una tonalità fondamentalmente neutra, improntata alla riproduzione fedele e naturale, con l’ottimo dinamismo che da sempre contraddistingue le cuffie HifiMan.
Lo staging è interessante, non troppo largo ma comunque di buona ampiezza se comparato ad altre cuffie chiuse nella stessa fascia di prezzo, con un valido posizionamento degli strumenti e una notevole capacità di rendere le sfumature sonore degli strumenti entro le varie frequenze. Sono cuffie vivaci, veloci, divertenti, che brillano per dettaglio e strutturazione complessiva della scena entro la loro fascia di prezzo, ottime per il rock e la musica elettronica, con un’apprezzabilissima naturalità nella riproduzione delle voci, fattore sul quale non troviamo diretti concorrenti che possano dirsi allo stesso livello.
Possibili abbinamenti
Sicuramente l’EF400 della stessa ditta rappresenta un grande compagno per questo modello, così come altri ampli e DAC di fascia simile e range di prezzo tra le 500 e le 600 euro (si pensi per esempio all’HFM set di casa iFi); chiaramente dipende dal budget, chi volesse restare entro una spesa complessiva di 6-700 euro per cuffie più ampli potrebbe optare per dispositivi più economici come lo Zen DAC iFi, o un Topping DX3 Pro+, e ottenere comunque un impiantino economico in grado di regalare soddisfazioni.
In base ai gusti personali potrebbe essere una buona idea, nel caso non si volesse prescindere da bassi di impatto, per un dispositivo con un pulsante di boost delle basse frequenze (come presente per esempio nel già citato ed economico iFi Zen DAC).
Per chi si trovasse a ponderare la scelta tra Closed Back e Sundara Classiche consigliamo senza dubbio di basarsi sulle proprie esigenze d’ascolto. Si tratta infatti di prodotti con diversa vocazione, entrambi estremamente validi come rapporto qualità/prezzo. A fare la differenza è quindi il desiderio dell’utente di fruire di cuffie aperte o chiuse.
Conclusioni
Dopo lunghi ascolti possiamo dire che HifiMan c’è l’ha fatta: il nuovo prodotto recante il nome Sundara non sfigura a fianco delle famosissime Sundara originali. Si tratta di un modello profondamente diverso ma che parimenti riesce a offrire una qualità sonora straordinariamente elevata per il prezzo a cui le cuffie vengono proposte. La ditta sembra essersi posta l’obiettivo di offrire una cuffia chiusa magnetoplanare a tutti coloro che cercano una cuffia chiusa ben sonante a un prezzo entry-level, e l’obiettivo è stato senza dubbio raggiunto.
Le Closed Back calzano comode nonostante il peso, sono veloci e non temono i passaggi ricchi di strumenti, hanno un buon posizionamento degli strumenti della scena e un ottimo dettaglio, hanno un’impronta sonora tendente al naturale, più che al neutro, e non deluderanno tutti i cuffiofili che vogliono una cuffia isolante per perdersi in ascolti incalzanti e ricchi di sfumature.
Voi cosa ne pensate?